Social network, messaggistica istantanea e geolocalizzazione: vanno d’accordo con privacy e sicurezza?

La questione “privacy e sicurezza”, quando si tratta di messaggistica istantanea e social network, è sempre più dibattuta, soprattutto sul web.
La preoccupazione che riguarda l’affidabilità delle app nel garantire riservatezza e protezione dei dati personali è lecita, se non addirittura necessaria, per evitare rischi legati ad un utilizzo improprio di tali social network.

Da quando le aziende produttrici dei social network più popolari (quali Facebook e Snapchat) hanno sviluppato o hanno comprato app di messaggistica istantanea e aggiunto funzionalità di geolocalizzazione, l’argomento privacy e sicurezza personale, legati alla diffusione impropria dei dati, impazza su forum e articoli online.
Persino Amnesty International è intervenuta ribadendo la sua idea a riguardo:

“Chi pensa che i servizi di messaggistica istantanea siano privati, si sbaglia di grosso – ha dichiarato Sherif Elsayed-Ali, direttore del programma Tecnologia e diritti umani di Amnesty International – le nostre comunicazioni sono sotto la costante minaccia della cyber-criminalità e dello spionaggio di stato. Milioni di persone stanno usando app di messaggistica che negano persino la minima protezione della privacy” (fonte: Affaritaliani.it)

I criteri minimi, secondo i quali un app di messaggistica istantanea può essere dichiarata sicura secondo Amnesty International, sono quelli che offrono un’informativa chiara sulle condizioni di utilizzo e posseggono di default una crittografia end-to-end, ovvero un sistema che cifri la comunicazione fra due dispositivi, rendendola illegibile a terzi e mantenedola quindi privata.

end-to-end

Come si evince dall’infografica resa pubblica da Amnesty, davvero poche app sono state promosse come sicure (tra cui le super utilizzate Whatsapp e app di Apple)Skype e Snapchat bocciate.
Ma il problema non riguarda solamente i livelli di sicurezza delle conversazioni tramite app di  messaggistica istantanea.

Di recente Whatsapp ha lanciato la sua nuova funzionalità: localizzazione in tempo reale da poter condividere con i propri contatti singolarmente. Di fatto, la persona con la quale è stata condivisa la posizione, può seguire gli spostamenti precisi per un tempo dettato da chi la condivide.
Si parla spesso anche di “Snap map“, la mappa di Snapchat che permette di geolocalizzare i propri amici ogni qualvolta eseguano l’accesso. Uno dei rischi a cui andiamo incontro è che spesso “gli amici” che abbiamo fra i nostri contatti social, non siano amici reali, ma talvolta siano proprio degli sconosciuti.

localizzazione

Come abbiamo già visto i social si prestano bene alle funzionalità come la condivisione della propria posizione tramite “check-in” o l’ aggiunta della localitàpresso cui è stata scattata una foto, tanto che a volte ne abusiamo, “regalando” informazioni preziose che, oltre a comportare possibili grandi rischi se finiscono nelle mani sbagliate, mettono in discussione il diritto alla riservatezza.

Non pensiamo però che il diritto alla riservatezza dei propri dati e spostamenti sia un tema che tocca solo gli utenti dei social network. In questi giorni infatti al Parlamento Italiano è in discussione un progetto di legge, (4505-B) tornato alla Camera in seconda lettura dopo che il Senato vi ha apportato alcune modifiche, il quale, all’interno di vari adeguamenti a leggi europee, propone agli articoli 2 e 24 l’introduzione di normative sul controllo dei dati telefonici e di navigazione la cui applicazione potrebbe avere risvolti inquietanti, come spiega in dettaglio l’avv.to Fulvio Sarzana in questo articolo, scritto alcune settimane fa, quando il provvedimento era in discussione al Senato.

Conclusioni

Il fatto che sorgano sempre più spesso alcune domande riguardanti la sicurezza della tecnologia è un bene poiché, come abbiamo visto, condividere online informazioni personali con troppa leggerezza può risultare molto rischioso: un po’ come possedere allarmi e sistemi antintrusione a protezione della propria casa… e poi dimenticare la porta aperta!
A nostro avviso la responsabilità, per garantire un’adeguata protezione della nostra privacy, in attesa che il Legislatore focalizzi la rischiosità di certi presupposti, deve partire da noi stessi, prestando molta attenzione al tipo di informazioni che divulghiamo e chiedendoci quale grado di riservatezza offrano gli strumenti attraverso i quali stiamo comunicando tali dati, per farne un uso sempre consapevole

Proteggere il garage: 3 livelli di sicurezza

Dedichiamo l’articolo di oggi ai garage e ai metodi più efficaci per proteggerli.

Se avete visto l’infografica pubblicata recentemente sul nostro blog, ricorderete che abbiamo parlato di prodotti a livello “standard“, “superiore” e “massimo“.
Cosa si intende con questo tipo di classificazioni?

Come abbiamo visto in un post precedente, i garage sono tra i principali obiettivi dei furti, perché spesso non sono protetti adeguatamente.

Il primo livello “standard” si riferisce a serrature per garage di primo equipaggiamento.
Spesso, nella costruzione di nuove abitazioni, si dà molta importanza alla sicurezza degli aspetti strutturali (normative antisismiche) e a quella degli impianti(certificazioni) senza attribuire la medesima importanza alla sicurezza degli immobilicontro i possibili tentativi di furto.
Così come non ha molto senso pensare che basti una porta blindata all’ingresso, se la casa ha diversi altri accessi (finestre, balconi, abbaini etc.) non protetti; non è sufficiente dotarla di un box auto con una serratura qualunque (spesso fornita di serie con la porta del garage) per mettere al sicuro i propri veicoli e i beni che non si vogliono, o non si possono, custodire in casa.
Le serrature di primo impianto sono scarsamente resistenti allo strappo e al trapano, e non proteggono la porta contro la foratura o il sollevamento con il piede di porco.
Purtroppo la crisi, che negli ultimi anni ha pesantemente colpito il settore edilizio nel nostro Paese, ha fatto sì che le serrature oggi maggiormente utilizzate per il primo impianto siano spesso prodotti di importazione orientale senza alcuna caratteristica né di resistenza né di affidabilità, che non raggiungono nemmeno il primo livello standard.

Infatti affinché Viro, attraverso i test nel proprio laboratorio prove, consideri i prodotti a livello standard, le serrature debbono avere una qualità di zincatura che non le faccia arrugginire all’esterno, chiavi realizzate con materiali e spessori che non le facciano spezzare con facilità dentro il cilindro e una precisione di lavorazione che consenta, a richiesta, di creare sistemi a chiave maestra, ovvero serrature diverse aperte ciascuna dalla propria chiave e, in più, una chiave master che le può aprire tutte. Fra queste serrature standard troviamo la serie 8235 per porte basculanti, intercambiabili con le serrature a cilindro tondo già installate o la serie 8230, che può sostituire le più diffuse serrature per serranda con chiave simmetrica, già installate.

Rispetto alle serrature di primo equipaggiamento più usate, vi sono anche alcuni accorgimenti che riguardano la resistenza agli attacchi, infatti ad esempio la 8235possiede un’apertura interna tramite levetta arrotondata che rende difficile l’aggancio dall’esterno con strumenti da scasso (come si vede all’inizio del video seguente).

Mentre il catenaccio ripiegato su se stesso della serie 8230 conferisce maggior resistenza ai tentativi di sfondamento.

Si classificano invece di “livello superiore” gli articoli come la serratura corazzata Viro 8217, in quanto il lato esterno è protetto (con piastre di acciaio dello spessore di diversi millimetri) contro gli attacchi di forza bruta, mentre il cilindro è difeso da un’apposita corazza contro lo strappo ed il trapano.

L’apertura dall’interno tramite una vite escludibile, rende praticamente impossibile agganciarla dall’esterno.

Al “livello massimo” troviamo serrature corazzabili, (come gli articoli Viro serie 1.8234 e 1.8252) che offrono molteplici punti di chiusura. In questo modo si distribuisce lo sforzo dovuto ad un tentativo di sfondamento o di sollevamento su più lati e si può contrastare l’azione del piede di porco su tutto il perimetro del garage.

1.8234 con rosetta di protezione.

È possibile raggiungere un buon livello di sicurezza anche sul cilindro, corazzando la serratura, ad esempio con la rosetta art. 806.

Nel prossimo post vedremo nel dettaglio quali accessori possono contribuire ad aumentare la resistenza della struttura della porta del garage, soprattutto se questo è utilizzato come deposito per attrezzature o veicoli di valore, e necessiti quindi di una protezione ancora maggiore.

3 consigli per proteggere la borsa in spiaggia

Finalmente la tanto attesa estate è arrivata, ha portato con sé sole, caldo e… voglia di mare. Che fare se non preparare la valigia e partire? Ma prima, non dimenticatevi di leggere i nostri consigli!

C’è chi ama la montagna, chi preferisce visitare città d’arte, ma il fascino del mare, della spiaggia, incanta tante persone e le porta a scegliere mete marittime.
Per godersi le proprie vacanze senza preoccupazioni, dopo essersi accertati di aver messo al sicuro la propria abitazione e aver assicurato la valigia per il viaggio, non rimane che seguire questi 3 piccoli consigli per evitare di incorrere in spiacevoli “furti da spiaggia“.

  1. Tieni la borsa chiusa.
    Colti dall’euforia di tuffarsi in acqua o di una partita a beach volley, può capitare di scordare la borsa aperta.
    beach bag

    É importante invece, non solo fare attenzione a chiuderla,  ma possibilmente coprirla con il telo da mare oppure, appenderla sotto l’ombrellone e ancorarla tramite un lucchetto a cavo estensibile. Inoltre, come spesso ricordiamo, anche un lucchetto a combinazione pensato per valigieborse e simili, pur non essendo una protezione efficace al 100%, rappresenta un buon deterrente per scoraggiare un eventuale malintenzionato che, sotto gli occhi di tutti, probabilmente non avrebbe il tempo sufficiente per eluderlo.

  2. Portala con te quando ti allontani. Chi non brama un gelato, un ghiacciolo o una bibita fresca dopo le ore passate sotto al sole?
    beach bag

    Se ci si allontana in direzione del bar, è consigliabile portare con sé tutti gli oggetti di valore, non solo il portafogli. La “pausa gelato” potrebbe infatti protrarsi più del previsto e, lasciare incustodita la borsa a lungo con all’interno oggetti come: macchina fotografica, cellulare e magari gioielli, non è affatto raccomandabile.
    Nel caso in cui invece non sia possibile portarsi la borsa appresso, soprattutto se si decide tutti insieme di fare un bagno, è bene comunque lasciarla in una posizione in cui poterla tener d’occhio anche dall’acqua.

  3. Viaggia leggero e non portare oggetti di valore. Cosa c’è di meglio in vacanza che prendersi una vera pausa e godersi i propri amici e famigliari? Perché non lasciare al sicuro il cellulare nella stanza d’albergo, insieme ad altri oggetti di valore, come gioielli o orologidocumenti importanti e carte di credito?
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    Portare con sé il minimo indispensabile, oltre che consentire di vivere i momenti piacevoli senza preoccupazioni, può regalare un’insolita sensazione di leggerezza, in fondo, non si dice appunto che si va in vacanza per: staccare la spina?!

3 passi verso un garage più sicuro

Di recente abbiamo parlato più volte di furti nei garage, perché purtroppo si tratta di un fenomeno che si è intensificato negli anni ed è divenuto un problema reale, soprattutto per chi utilizza il proprio box auto come deposito per attrezzature di ogni genere.

infografica-garage-sicuro

Prossimamente vedremo qualche esempio di prodotti che rappresentano i tre livelli di sicurezza descritti, continuate a seguirci!

La cassaforte come vuoi tu? La configuri con Viro!

Nel post precedente abbiamo visto come la tendenza del mondo odierno sia sempre più in linea con la customizzazione del prodotto e come anche il segmento della sicurezza si stia adeguando, per permettere di esprimere il proprio gusto personale e richiedere un prodotto non solo funzionale e resistente, ma anche esteticamente piacevole e personalizzato.
Viro non solo offre l’opportunità di personalizzare a livello estetico i prodotti acquistati, ma permette persino di creare casseforti o armadi di sicurezza su misura.

LOGO CASSEFORTI SU MISURA

Realizzare un prodotto ad hoc risulta una grande opportunità per chi, ad esempio, abbia esigenze di spazio particolari, necessiti che lo sportello si apra in senso opposto allo standard, ovvero da destra verso sinistra, oppure desideri più ripiani portaoggetti. Esiste anche la possibilità di aggiungere un’illuminazione interna, oltre a scegliere il colore che si preferisce sia per la cassa che per lo sportello.

Sono disponibili anche varianti per usi specifici: come la feritoia per l’introduzione di buste e/o contanti senza necessità di aprire la cassaforte, oppure versioni da incassare nel pavimento, o anche modelli personalizzabili per uso alberghiero.

Il configuratore per casseforti e armadi di sicurezza Viro è molto facile da utilizzare, infatti è sufficiente seguire la procedura guidata (partendo da questo link) che si compone di 4 fasi, con le quali si decidono inizialmente le caratteristiche principalidella cassaforte: meccanica o elettronica, da murare o da intassellare.

In un secondo momento, si può scegliere di fornire le misure specifiche del prodotto che si desidera, o in alternativa anche solo lo spazio a disposizione, entro il quale collocare la cassaforte. In questo caso il configuratore Viro propone la più grande cassaforte che è possibile installare nello spazio indicato.
Dopo aver selezionato inoltre le preferenze di: colorespessori di cassa e sportello e eventuali optional, si può semplicemente richiedere una quotazione al distributore più vicino a dove ci si trova e ricevere il prodotto personalizzato in sole 5 settimane dall’ordine.

 

Nonostante al giorno d’oggi esistano molteplici sistemi di sicurezza per proteggere la propria casa, la preoccupazione per la custodia di oggetti di valore, sia affettivo che economico, è comune a tutti. Per questo motivo è consigliabile conservare gioielli, denaro, documenti riservati etc. all’interno di una cassaforte, o un armadio di sicurezza, per “proteggerli doppiamente”.

Viro offre l’opportunità di creare il prodotto su misura per le esigenze di ognuno, provare per credere!

Mettere in sicurezza la propria porta: blindata o spranga?

Probabilmente tutti, almeno una volta nella vita, si sono dovuti preoccupare di sostituire la porta di ingresso della propria abitazione, magari in seguito ad un trasloco o ad una ristrutturazione. È comune di questi tempi, sopratutto per via delle nuove tecniche diapertura con destrezza, come il lock-picking o il key-bumping, non sentirsi più al sicuro in casa propria, se l’accesso principale è protetto solo da una serratura datata.
Quali sono le soluzioni migliori da adottare per aumentare la protezione?

L’argomento “porta blindata” è sempre molto attuale e discusso nell’ambito della sicurezza. C’è chi, senza esitare troppo, ha sostituito la vecchia porta con una blindata, ma c’è anche chi invece ha pensato di mettere in sicurezza quella già presente, ad esempio scegliendo di installare una spranga universale

Dato che Viro non si occupa della produzione di porte blindate (per le quali vi evidenziamo comunque la normativa esistente relativa alle classi di resistenza), ci concentreremo sui consigli per rendere “blindata” una porta normale.
Quali sono gli aspetti vantaggiosi nell’installare una spranga di sicurezza Viro?

Quando si tratta di una porta in legno o metallo, magari antica o comunque di pregevole fattura, doverla sostituire per installare una valida porta blindata può essere molto costoso o esteticamente non soddisfacente.
Volendo quindi conservare la porta esistente, senza rinunciare ad incrementarne la sicurezza, la soluzione più efficace può essere rappresentata dall’installazione di una Spranga Universale (o più di una) che aumenta la resistenza della porta esistente e fa sì che l’accesso così protetto contrasti efficacemente i tentativi di scasso, praticati per lo più con martelli, leve o altri strumenti.
Ci sono dunque tre buoni motivi per installare una spranga sulla porta di ingresso:

  • Aggiunge una serratura a quella già esistente sulla porta, raddoppiando così il tempo e la fatica necessari per cercare di aprirle con destrezza, in quanto l’eventuale ladro si troverebbe di fronte serrature con funzionamenti diversi, installate sul medesimo accesso.
  • Incrementa i punti di chiusura che ostacolano lo sfondamento.
  • Ancorandosi nei muri e/o nel pavimento, mantiene la porta in posizione anche in caso di tentativo di scardinamento. Ad esempio, la Spranga Universale Meccanica può essere installata sia in orizzontale che in verticale, è accorciabile con una semplice operazione alla misura desiderata (fino a 65 cm) oppure allungabile con un apposito kit (fino oltre 4 m, ad esempio per le porte basculanti dei garage o le serrande) e può essere azionata da qualsiasi cilindro a profilo europeo. Il cilindro è corazzabile con una rosetta di sicurezza in dotazione contro lo scasso e il trapano.

In conclusione, possiamo dire che una Spranga aggiunge un’ulteriore serratura, a cilindro europeo, a quella già presente sulla porta, aumentando decisamente la difesa di quell’accesso.

Installare un incontro elettrico: quali sono i vantaggi?

Nell’ultimo post abbiamo scoperto la pratica funzione dell’incontro elettrico, che permette di aprire una porta a distanza, senza modificare la serratura meccanica già installata.
Qualcuno potrebbe pensare che questo sia l’unico vantaggio che l’installazione di un incontro elettrico comporti, ma non è così! Vediamo perché.

L’installazione di un incontro elettrico è la soluzione più adatta per chi abbia l’esigenza di aprire una porta a distanza, senza farlo fisicamente. Le situazioni che presentano questa necessità sono moltissime: aprire la porta di un negozio ad un cliente da dietro il bancone, o quella di uno studio associato o anche, più semplicemente, la porta di un condominio.
Quali altri vantaggi potrebbe comportare l’installazione di un incontro elettrico?

Apertura permanente o controllata

Un incontro elettrico permette di scegliere il modo in cui viene gestita l’apertura:

  • Apertura permanente (o di servizio): schiacciando il pulsante l’incontro si sblocca, e si riblocca solo dopo che la porta è stata aperta e richiusa. Si tratta del funzionamento più comune.
  • Apertura controllata (o di sicurezza): l’incontro si apre solo se, contemporaneamente all’impulso elettrico, viene esercitata una pressione manuale o automatica sulla porta. In altre parole, quindi, se nessuno sta aprendo la porta nel momento in cui viene premuto il pulsante, la porta rimane chiusa. Si evitano in questo modo aperture accidentali. È la soluzione giusta quando è richiesta la massima sicurezza, come nel caso di gioiellerie o depositi sorvegliati.

“Fermo a giorno”

Un’altra funzione utile è la possibilità di lasciare facilmente l’incontro in posizione aperto in tutte le situazioni in cui la serratura debba rimanere aperta per lunghi periodi. È il cosiddetto “fermo a giorno” e può essere utile ad esempio sulla porta di accesso ad un palazzo che, di giorno, è sorvegliata da un portiere e può rimanere aperta per maggiore comodità, mentre deve rimanere chiusa di notte.

Nel cerchio rosso è evidenziata la levetta da muovere per attivare e disattivare il fermo a giorno negli incontri elettrici Viro.

Negli incontri elettrici Viro, il fermo a giorno può essere attivato semplicemente muovendo, manualmente o con un cacciavite, una piccola levetta all’interno dell’incontro.

“Fail secure” e “Fail safe”

E se venisse a mancare la corrente? Non succede spesso, ma può capitare. Un incontro elettrico può gestire la cosa in due modi, a seconda del tipo di bobina che monta:

  • Fail secure: nel funzionamento normale l’incontro rimane chiuso quando non viene alimentato e si apre quando, premendo il pulsante, riceve un impulso elettrico. Se manca la corrente, quindi, l’incontro rimane chiuso. Si tratta di una soluzione che in caso di avaria privilegia la sicurezza degli ambienti, mantenendoli chiusi.
  • Fail safe (funzione obbligatoria nelle uscite di emergenza elettrificate): nel funzionamento normale l’incontro rimane chiuso perché è continuamente alimentato, e si apre solo quando, premendo il pulsante, si interrompe l’alimentazione. Quindi, se manca la corrente, l’incontro si apre, consentendo il libero passaggio. Si tratta di una soluzione che, in caso di avaria, privilegia la sicurezza delle persone, garantendo la comodità di poter passare e la possibilità di evacuazione in caso di emergenza.

Questa funzione dipende da come è costruito l’incontro elettrico, in particolare da come è alimentata la bobina. È quindi una caratteristica che si sceglie al momento dell’acquisto e che non si può modificare in un secondo momento.

Conclusioni

La comodità degli incontri elettrici non è quindi solo quella di poter aprire a distanza una porta, ma anche di scegliere nel dettaglio come deve funzionare l’aperturaComodità e flessibilità assieme. Prima dell’acquisto è bene dunque riservarsi qualche minuto per decidere quale soluzione risponde meglio alle proprie esigenze, in modo da sfruttare appieno tutto quello che un incontro elettrico può fare.

Si può aprire a distanza una porta senza cambiare la serratura meccanica già installata?

L’argomento di questa settimana prende spunto dalla domanda di un nostro lettore:
“Come posso aprire automaticamente a distanza il portone del mio condominio, che è dotato di una serratura meccanica?”
La risposta è molto semplice: è sufficiente installare un incontro elettrico. Vediamo insieme come!

In moltissime circostanze esiste la necessità di aprire un accesso senza doverlo raggiungere fisicamente. Che si tratti di un ufficio, un negozio, uno studio oppure, come in questo caso, del portone di un condominio, è sempre possibile elettrificare l’apertura di una comune serratura meccanica, senza modificarla. Infatti nelle situazioni in cui non risulta possibile applicare una serratura elettrica, per mancanza di spazio o per motivi estetici, installare un incontro elettrico è la soluzione più adatta.

L’unico intervento richiesto, oltre ovviamente al collegamento elettrico, è la sostituzione della contropiastra sullo stipite con una che ospita la parte elettrificata. In questo modo l’apertura della serratura può essere comandata da un pulsante posizionato dove è più comodo.

Una contropiastra con incontro elettrico Viro che si può montare con grande facilità.

Una contropiastra con incontro elettrico Viro che si può montare con grande facilità.

Come si installa un incontro elettrico?

Incontri reversibili

Generalmente è preferibile utilizzare incontri reversibili. Sono comodi perché possono essere adattati sia a porte destre che sinistre, a tirare o a spingere, semplicemente montandoli sulla contropiastra in un senso o nell’altro. In questo caso si usano contropiastre (dette “frontali” dell’incontro elettrico) di tipo diritto.

Nei prodotti Viro, inoltre, il meccanismo elettrificato è posto esattamente al centro dell’incontro, che è detto quindi “simmetrico”. In questo modo non solo è facile adattarlo a porte destre o sinistre, ma non è nemmeno necessario, qualunque sia l’applicazione, variare le dimensioni del vano ricavato nello stipite della porta che alloggia l’incontro.

Un incontro reversibile simmetrico Viro, adatto per porte destre e sinistre, a tirare o a spingere.

Un incontro reversibile simmetrico Viro, adatto per porte destre e sinistre, a tirare o a spingere.

Incontri angolari

Su alcuni tipi di porta, come quelle in legno con guarnizioni antirumore, o se la posizione della serratura non lo consente, non è possibile utilizzare incontri reversibilicon frontali diritti. In questo caso bisogna usare un incontro angolare, che si appoggi sull’angolo dello stipite. Negli incontri angolari, ovviamente, le versioni per porte destre sono diverse da quelle per porte sinistre.

Gli incontri angolari sono differenti per porte destre e sinistre.

Gli incontri angolari sono differenti per porte destre e sinistre.

La finitura della piastra

Sia in caso di nuova installazione, che di intervento su una serratura esistente, sarebbe bene che la finitura della piastra del frontale dell’incontro si abbinasse esteticamente a quella della serratura, ad es. in acciaio ottonato, nichelato o inox. Per questo i frontali Viro sono disponibili in diverse finiture.

Gli incontri elettrici Viro sono disponibili di diversi colori e finiture per adattarsi alla piastra della serratura.

Esempio di incontro elettrico in acciaio inox.

Esempio di incontro elettrico in acciaio inox.

Ma un incontro elettrico è in grado di fare molto di più della semplice apertura a distanza. In particolare 3 sono le funzioni avanzate più interessanti, le scopriremo in dettaglio in un prossimo post.

Lucchetti&Catene: Blocca Catena originale vs imitazioni (III)

Per concludere questa breve serie di post, che vede come protagonisti un Blocca Catena Originale Viro e una sua imitazione orientale, vi parliamo oggi del terzoesperimento effettuato sui entrambi i lucchetti, per testarne la resistenza.
Dall’ultimo post, nel quale vi abbiamo descritto il test del taglio della catena, è emerso che il Blocca Catena originale ha superato al meglio la prova, resistendo al tentativo di taglio con sega da ferro, mentre invece la sua copia si è lasciata tagliare con estrema facilità. Sarà accaduto lo stesso anche ai rispettivi lucchetti? Vediamo insieme come hanno reagito i due prodotti in seguito al test delle mazzate.

Il test delle mazzate

Sempre all’interno del nostro laboratorio prove, abbiamo inserito  i prodotti, usando il medesimo tipo di anello di catena, in un attrezzo che riproduce dei colpi portati dall’altezza di 1 m, dall’alto verso il basso, con un peso di 3.05 Kg, come se si trattasse di un attacco con una robusta mazza che tenta di spezzare il punto di giunzione fra asta del lucchetto e catena.

Notiamo che il Blocca Catena, sottoposto a 5 colpi, resta totalmente integro eperfettamente funzionante, evidenziando solo una leggera ammaccatura. La testa dell’asta, peraltro studiata per  la rottura programmata, rimane attaccata. Cosa significa rottura programmata? Nel caso in cui si cercasse di strappare l’asta dal corpo del lucchetto, questa si romperebbe in uno specifico punto predeterminato, lasciando il lucchetto chiuso e la parte restante dell’asta dentro il corpo, ovvero non più afferrabile.

Constatiamo invece che, nel prodotto-imitazione, completati i 5 colpi, l’asta è saltata verso l’esterno, permettendo la fuoriuscita dell’anello della catena. Questo effetto è dovuto al fatto che il corpo del lucchetto, costruito in lega zama, si è frantumato.

L’immagine illustra chiaramente quali siano i risultati. Il prodotto originale Viro ha resistito alle mazzate, mentre la sua imitazione si è sostanzialmente frantumata, risultando del tutto inutilizzabile.

In conclusione, possiamo affermare con certezza che, in seguito agli esiti di tutti i test, il prodotto originale Viro Made in Italy supera le imitazioni in ogni aspetto di sicurezza: come resistenza alla corrosione, come robustezza della catena e come protezione offerta dal lucchetto.
Le imitazioni illudono l’utente inconsapevole di farlo risparmiare, ma in realtà lo espongono al forte rischio di perdere l’intero valore dei beni da proteggere.

Proteggere la bicicletta: arco rigido o catena con lucchetto?

In questo periodo post natalizio, oltre che di regali ricevuti, si sente parlare molto, purtroppo, anche di furti subiti. Non si tratta solo furti in casa, ma spesso, di un fenomeno molto diffuso: i furti di biciclette.

“Le denunce, tendenzialmente costanti rispetto allo scorso anno, nel periodo natalizio hanno subìto un’impennata” (Articolo completo su: il Tirreno).

Noi del Club Viro della Sicurezza ci auguriamo che il Natale abbia portato solo doni, e non brutte sorprese.
Per prevenirle, vi parliamo oggi di due metodi utilizzati per proteggere la propria bici: la catena con lucchetto e l’arco rigido.
Come già è stato osservato in altri post, i furti di biciclette sono un problema reale e molto sentito (in Italia come in altri paesi europei) e spesso chi possiede un mezzo a due ruote si interroga su quale metodo possa risultare più efficace affinché il proprio mezzo sia in sicurezza quando non viene utilizzato.

Perché preferire quindi una catena con lucchetto piuttosto che un arco rigido?

In un post passato, attraverso una immagine grafica, avevamo già dato qualche indicazione orientativa:

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Come si vede, l’arco rigido veniva consigliato prevalentemente per gli scooter. Allo stesso tempo avevamo anche ricordato che non è vietato proteggere una biciclettacon un arco rigido, oppure sia con un arco rigido che con un lucchetto con catena, utilizzandoli contemporaneamente!

Tuttavia, se siete indecisi fra arco rigido o lucchetto con catena è utile ricordare alcuni pro e contro di entrambi i sistemi di sicurezza.

ARCO RIGIDO: è molto pratico. Rispetto ad un lucchetto con catena può essere più facile da maneggiare e da trasportare, essendo, da chiuso, un pezzo unico. Inoltre gli archi rigidi sono immediati da riporre, ad es. dentro una borsa, perché sono piatti e non devono essere arrotolati, come invece le catene.
Un altro vantaggio dell’arco rigido è la rilevante sezione dell’arco, che lo rende particolarmente resistente al taglio con seghetti o cesoie, a patto però che l’arco sia realizzato con materiali adeguati (acciaio temprato). L’arco rigido ha però un punto debole: la facilità con cui l’arco può essere strappato dal corpo a causa dell’ampio spazio che (a differenza che sugli scooter) nell’applicazione sulle bici, resta libero fra le due parti, e che può essere sfruttato dai ladri per l’introduzione di leve.

CATENA: è un po’ meno pratica. Soprattutto a livello di ingombro e peso, quando deve essere trasportata in bicicletta.
Tuttavia, come abbiamo visto nel post di confronto prodotti, anche la catena può essere molto resistente, se costituita da materiali di qualità.

Sia per l’arco rigido che per la catena, la resistenza al taglio dipende anche da come vengono utilizzati: il consiglio generale è sempre quello di non farli toccare per terra. Altrimenti possono essere più facilmente tagliati con le cesoie, perché il ladro può appoggiare un braccio della cesoia a terra e caricare tutto il peso del corpo sull’altro.
La differenza sostanziale in termini di sicurezza tra le due soluzioni riguarda la possibilità di fissare il mezzo ad un punto fisso.

ARCO RIGIDO: con l’arco rigido infatti risulta particolarmente difficile ancorare il mezzo ad un punto fisso a causa della rigidità e della lunghezza limitata dell’oggetto. Inoltre, sempre per gli stessi motivi, è complicato anche ancorare insieme più parti del mezzo.

CATENA: la catena con lucchetto invece, permette facilmente di fissare la bici ad un punto fisso (palo, ringhiera, rastrelliera, ecc.) e soprattutto, grazie alla sua lunghezza e flessibilità, consente di legare insieme parti diverse della bici (generalmente ruota e telaio) ad un punto fisso.

Per concludere, possiamo dire che la catena con lucchetto, rispetto all’arco rigido, in termini di sicurezza, è più adatta per proteggere la vostra bici che, essendo molto più leggera di moto e scooter, soffre particolarmente il rischio di essere sollevata da terra e rimossa fisicamente. Tuttavia nessuno vieta di utilizzare entrambi.